Ecco perché non manteniamo le nuove abitudini
Perché scegliamo delle buone abitudini ma poi non riusciamo a mantenerle? Perché anche se sono oggettivamente giuste, buone, salutari, migliorative, dopo poco le abbandoniamo?
Il primo motivo può essere che queste abitudini non sono in linea con noi stesse. E possono non esserlo in differenti modi. Per esempio, non corrispondono ai nostri valori. Oppure ancora, non rispecchiano la nostra identità.
Il secondo motivo invece è legato a decisioni prese e a un processo che abbiamo messo in atto: ci siamo date degli obiettivi e abbiamo scelto delle azioni per raggiungerli. Queste azioni le abbiamo forzatamente trasformate in abitudini. È l’approccio ad essere sbagliato.
Scegliere da zero una nuova abitudine, perché riteniamo che possa incontrare il nostro piacere o possa farci bene, non è garanzia di successo e di buona riuscita della nuova abitudine stessa. Allo stesso modo, scegliere nuove abitudini in base agli obiettivi che ci siamo date, non può portarci al raggiungimento di questi.
Bisognerebbe invece partire da una ricerca più profonda, che interviene sulla nostra identità e che ci modifichi nelle nostre credenze.
Facciamo un esempio. Faccio yoga una volta a settimana non perché tutti dicono che fa bene ed è utile. Ma perché ho sperimentato sul mio corpo i benefici a lungo termine di questa disciplina. Questo ultimo aspetto è quello che modifica il nostro sapere, la nostra credenza.
Allora, come innescare cambiamenti in noi e adottare abitudini che durino nel tempo?
Sicuramente la motivazione è una buona miccia.
Voglio essere più in forma, mi faccio seguire da un personal trainer.
Ma tutti questi miglioramenti di cui beneficerò, potrebbero essere temporanei. Quando la mia motivazione viene meno, rischio di abbandonare le mie buone abitudini.
Allora si ritorna a quanto già scritto poco sopra: l’abitudine resta tale e ce la possiamo portare nel tempo, se aiuta a cambiare la nostra identità. Se va quindi a toccare i nostri valori e i nostri principi.
È facile, perché è un processo circolare. Mettendo in atto costantemente le nostre nuove abitudini, queste aiuteranno a cambiare la nostra identità, e ne diventeranno parte.
Spostiamo l’attenzione sul tipo di persona che voglio essere, non sul risultato.
Voglio fare un esempio basato sulla mia esperienza.
Da tempo ormai sono seguita da una nutrizionista. La decisione iniziale di cominciare questo percorso è nata da una necessità precisa: volevo perdere peso. Il percorso è stato una rieducazione alimentare, che mi ha portata a riequilibrare i miei pasti; da subito, grazie alla professionista che mi sta accompagnando, li ho bilanciati secondo i nutrimenti necessari e in base alle mie esigenze. Ho quindi così assunto una nuova abitudine alimentare quotidiana.
Questo ha significato per me un benessere generale costante e migliorativo per il mio corpo. Non solo ho perso peso, ma ho acquistato molta più energia e non mi alzo più la mattina affaticata e svogliata. Ed è qui è stata modificata la mia credenza, arrivando a credere che l’alimentazione corretta è un insostituibile carburante per il corpo.
Ecco quindi che la nuova abitudine ha generato un cambiamento, fisiologico in questo caso; e questo ha portato una nuova consapevolezza, basata sull’esperienza. La nuova abitudine, con il circolo virtuoso che ha innescato, sarà così difficilmente abbandonata.
Se ti va di raccontarmi la tua esperienza in merito alle nuove abitudini, puoi commentare il post.
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